Biblioteca civica, Sala multimediale.
Presentazione della mostra: martedì 24 ottobre ore 18.00
Crossing the River è il progetto di Emanuela Zuccalà, con le foto di Valeria Scrilatti, dedicato ad alcuni di questi “attraversamenti”. Le donne, in Sierra Leone o in Uganda come nel resto del mondo, attraversano un periodo delicato della loro vita nel corso della gravidanza. Per molte di loro però proprio questo periodo può nascondere rischi per la salute e per la vita, sia di loro stesse, che dei bambini.
Nel sud della Sierra Leone, per esempio, le donne che hanno bisogno di un parto cesareo devono fisicamente attraversare fiumi e lagune, spesso da sole, per poter arrivare all’ospedale più vicino, sull’isola di Bonthe. In questa regione Flaviour, infermiera esperta di salute pubblica, mentre aspettava la sua prima bambina, si occupava proprio di garantire alle donne l’accesso al parto sicuro.
Anche Betty è un’infermiera, premiata come la migliore della Karamoja dal governo dell’Uganda. In questa regione, dove è nata e cresciuta vicino all’ospedale di Matany senza genitori, Betty si è appassionata al lavoro delle infermiere, ha avuto l’occasione di studiare e oggi si impegna per rimettere in sesto il centro di salute di Lorengechora, dove ancora troppe poche donne vanno a partorire.
In Mozambico, Natalia è una psicologa che vive a Beira, dove l’Hiv è una piaga tangibile. Molte donne scoprono di essere sieropositive proprio con la prima gravidanza, in occasione dei test di routine. Natalia lavora con gli adolescenti e con le attiviste sieropositive del gruppo Kuplumussana per prevenire l’Hiv e per spiegare alle donne e ai giovani come fare attenzione, ma soprattutto come non vergognarsi della propria condizione.
Betty, Flaviour, Halima e Natalia non si conoscono, eppure queste quattro donne africane combattono una battaglia comune. Ogni anno, nel mondo, 303mila donne perdono la vita per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, e per altre 10 milioni diventare madre significa trascinarsi malattie e infezioni per tutta la vita. L’Africa sub-sahariana, da sola, pesa per il 66%. Qui, per una donna, un evento naturale come la maternità può trasformarsi in un’avventura imprevedibile, come attraversare un fiume ignoto. Betty, Flaviour, Halima e Natalia sono professioniste della sanità in Uganda, Sierra Leone, Nigeria e Mozambico, nazioni con pessimi indicatori di salute femminile.
Fotografie di Valeria Scrilatti. Un progetto di Emanuela Zuccalà. A cura di Zona. In collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm Trentino-ODV, Biblioteca civica e Comune di Rovereto